Başakşehir, sorpresa di periferia

Piccoli, cattivi e poco amati. Da tutti, o quasi.

Il sorriso di Emre Belözoğlu, raggiante dopo aver battuto un Fenerbahçe che lo aveva scartato perché non credeva più in lui, è stata la copertina che ha aperto la stagione turca di calcio.
L’İstanbul Başakşehir si vede poco, gioca di rimessa. E vince, prendendosi meritatamente il primo posto dopo ormai due mesi dal calcio d’inizio di Süper Lig, davanti a giganti del posto come Galatasaray e Beşiktaş.

Başakşehir

Başakşehir, quartiere allora in costruzione, era già apparso su MondoFutbol più di un anno fa: arrivato in Europa un anno dopo la fondazione del club, rappresentava una storia senza precedenti. Stava riscrivendo le regole di uno sport che, per la sua nazione, rappresenta un indissolubile legame con il territorio e con il tifo, viscerale e passionale, che ha reso la Turchia così popolare per chi apprezza lo stile ultras.
Nel 2014 in quella periferia arida non c’era altro che lo stadio, intitolato a Fatih Terim dopo una grandiosa cerimonia, e la neo-nata squadra destava perplessità e scetticismo in città. Ora il mondo sembra capovolto: l’Imperatore è sotto processo a causa del momento negativo attraversato dalla Nazionale, e mentre la sua stella sembra eclissarsi le gradinate dello stadio nel profondo ovest di Istanbul iniziano a riempirsi.

Başakşehir, il quartiere, sta nascendo.

E la squadra non può che rispondere di conseguenza. È successo così a Leicester, città “che sembrava morta, poi è come se qualcuno l’avesse annaffiata“: nelle ultime settimane in Turchia i titoli dei giornali stanno a più riprese accostando l’inizio di campionato arancio-blu all’impresa sportiva delle Foxes di Claudio Ranieri.
Ed è proprio dalla panchina che sta costruendo la sua “piccola LeicesterAbdullah Avcı, 300 presenze tra il vecchio Istanbul BB e il nuovo Başakşehir per un uomo che si è guadagnato lo status di leggenda di una realtà anomala, appartenente a una periferia costellata di konut, i giganteschi palazzi progettati con criteri anti-sismici dal TOKİ statale, ormai presenza fissa negli skyline delle città turche negli ultimi anni.
Avcı ha ammesso un errore di un anno fa, quando escluse il “vecchio” Emre (35 anni) in occasione del match di Europa League contro l’AZ Alkmaar.

Ha creato un gruppo coeso, il cui simbolo è Stefano Napoleoni: il romano, uno dei due italiani attualmente nella massima serie turca, ha accettato più volte la panchina ma è risultato decisivo con una doppietta in rimonta all’Osmanlıspor. Per non parlare del trascinante Edin Višća, indiscusso MVP del campionato della Mezzaluna finora e inspiegabilmente ignorato fuori dai confini nazionali.

Sempre in una notte europea, Avcı ha dato fiducia ad una squadra che restava paralizzata ogni volta che varcava la frontiera.
A Rijeka, però, quel 4 agosto non si giocava soltanto per la maglia arancio-blu.

I nostri martiri sono immortali, la nostra patria è indivisibile.

Tre settimane erano passate dal tentato colpo di stato in Turchia, in cui i carri armati di una sezione ribelle dell’esercito hanno occupato il primo ponte sul Bosforo, crocevia trafficato nonché cuore pulsante di Istanbul. Centinaia di persone hanno perso la vita, a causa di una lotta per il potere che si sta ancora consumando.
Così, dopo il 2-2 che ha abbattuto il tabù europeo del Başakşehir, il club ha voluto ricordare i ragazzi che non ci sono più.

Pazienza se il sorteggio di Europa League, che ha portato all’Arena lo Shakhtar Donetsk, vanificherà la notte di Rijeka.
È rimasta la consapevolezza, fondamentale, che questo gruppo potesse superare i propri limiti.
La squadra ha fatto il resto, seguendo i progetti erdoğaniani di quello che sarà il terzo aeroporto di Istanbul (3.İstanbul), ora nuovo sponsor-finanziatore del Başakşehir che, sia come squadra che come quartiere, vuole essere il simbolo di una Turchia ancora in costruzione.

Una nazione scossa da una notte buia, ora ricordata ad ogni passaggio sul primo ponte del Bosforo appena rinominato Ponte dei martiri del 15 luglio.

L’ha attraversato il Fenerbahçe, di recente, per arrivare alla Fatih Terim Arena. Lì ha ritrovato Emre Belözoğlu e i ragazzi terribili di Avcı, forse soltanto outsider di inizio stagione, forse molto di più.

Foto nell’articolo © Bruno Bottaro, foto di copertina © İstanbul Başakşehir

문도풋볼(MondoFutbol)