L’Istanbul Başakşehir, la squadra della Süper Lig in Turchia, nata prima del suo quartiere.

Uno stereotipo, per definizione, è “un’idea preconcetta, non basata sull’esperienza diretta e difficilmente modificabile”. Quando si parla di calcio in Turchia, le prime immagini che saltano alla mente non possono che essere campi caldissimi, con il classico cliché di atmosfere magiche che talvolta sfociano in disordini ultrà. Le coreografie coloratissime e originali di Galatasaray, Fenerbahçe e Beşiktaş, così come il supporto incondizionato e fedele del muro azzurro-granata di Trebisonda, quando l’intero stadio applaudiva la squadra nonostante lo 0-4 subito dal Napoli, hanno sempre confermato le nostre impressioni: la Turchia è un paese in cui i tifosi la fanno da padrone, anche e soprattutto lontano dai campi di gioco. Per esempio, il gruppo ultrà dei çArşi del Beşiktaş è finito a processo per golpe. Sì, esatto: i çArşi avrebbero tentato di “rovesciare il governo”, come riportano le carte dell’udienza.

L’Istanbul Başakşehir

Dinanzi a questo recente avvenimento che ben riassume la portata del fenomeno in Turchia, parlare dell’İstanbul Başakşehir – rivelazione assoluta del campionato 2014-2015 – sembra un enorme paradosso. Sfogliando le pagine di Wikipedia e navigando su siti online si trovano informazioni vaghe al riguardo; il titolo “L’İstanbul Başakşehir si è qualificato in Europa League” passa inosservato, come se si stesse parlando di un qualsiasi risultato sportivo. Non è così. Innanzitutto, per un semplice dettaglio: il Başakşehir, un anno fa, veniva fondato in quel di Istanbul.

Il club nasce dalle ceneri del contestatissimo Istanbul Buyuksehir Belediyesi (Istanbul BB), di proprietà comunale.

Sì, proprio così: in Turchia quest’inusuale pratica non solo è concessa, ma è anche promossa attivamente dai governi degli ultimi 25 anni, senza troppe distinzioni di partito politico. A dire il vero, qualche timida contestazione c’è stata: in campagna elettorale nel 2013, quando Mustafa Sarigul, candidato sindaco del CHP, dichiarò di voler chiudere l’Istanbul BB; quella squadra dall’identità bizzarra, che giocava nell’enorme Ataturk Stadium da 80mila posti (quello di Milan-Liverpool), in cui la media-spettatori degli arancio-blu si attestava stabilmente sotto le 5mila unità.

Una cattedrale vuota, desolante come poche altre al mondo, 안전놀이터 추천 in cui l’unico gruppo di tifosi (Gufi Grigi) si distingueva per i suoi cori sorprendentemente politically correct.

Così, nonostante la sconfitta di Sarigul alle elezioni comunali, il neo sindaco Kadir Topbas decise di dare ascolto alle numerose lamentele dei cittadini. L’Istanbul BB fu di fatto chiuso, ma la promozione in Super Lig ottenuta sul campo proprio nell’annata 2013-2014 poneva domande scomode ai vertici della Federazione turca.

Il 5 giugno 2014, senza nemmeno una conferenza stampa, fu fondato l’Istanbul Başakşehir.

Non più legato al comune ma ora affiancato a un quartiere ancora in costruzione a ovest della città, il neonato Başakşehir si è ritrovato immediatamente con uno stadio nuovo di zecca da 15mila posti, originariamente previsto per il “defunto” IBB.

Molti turchi si accorsero dell’esistenza del club poco più di un mese dopo, in campagna elettorale.

Nientemeno che Recep Tayyip Erdogan, che sarebbe diventato Presidente della Repubblica 10 giorni dopo, scese in campo nella nuova Fatih Terim Arena. Intitolata proprio all’ex allenatore di Milan e Fiorentina, la nuova Arena del Başakşehir è uno stadio modernissimo e accogliente che rispetta le più recenti normative UEFA.

Al di là dei titoli della stampa locale che si soffermarono sul sinistro sorprendentemente vellutato di Erdogan, una rivoluzione era iniziata a Istanbul. In punta di piedi, sottotraccia: la scelta di Abdullah Avci come allenatore si è rivelata vincente. 4-5-1, il mix giusto tra tecnica e tattica e soprattutto una ferrea attenzione alla fase difensiva: una ricetta micidiale, se supportata dagli spunti del giovane bosniaco Edin Višća e dalla verve del bomber Semih Senturk. E in porta, quello che sarebbe diventato un protagonista assoluto: Volkan Babacan, ora titolare tra i pali anche della Nazionale turca.

Avci parlò chiaro ai neonati arancio-blu: “Obiettivo Europa League”, scrisse su Twitter Jeremy Perbet, appena arrivato dal Villarreal lo scorso agosto.

Una fragorosa risata, la mia reazione: lo ammetto senza vergogna.

Perché lo spettacolo a cui stavo per assistere mi avrebbe lasciato letteralmente senza fiato.

24 ottobre 2014: passano soli 3 mesi, il Başakşehir conquista il calcio turco.

E lo fa senza vincere trofei, ma mettendo una pietra tombale sull’esperienza di Cesare Prandelli a Istanbul. Con un gioco all’italiana, dinanzi all’ex CT della Nazionale azzurra: il campo è un gioco di ombre tra una maglia arancione e l’altra, mentre Fernando Muslera vede arrivare di continuo avversari che sembrano moltiplicarsi a ogni ripartenza. 1, 2, 3, 4 volte. Il canovaccio tattico del Galatasaray è inesistente, mentre il Başakşehir dà una lezione di calcio al Gala (4-0) dominando un derby che rimane nella storia del double giallorosso a fine stagione. Forse proprio perché sarà ancora il Başakşehir a decidere il titolo: non poteva essere altrimenti, in un’annata così pazza. Sono passati altri 6 mesi, stavolta la Fatih Terim Arena inizia a raggiungere le 10mila unità. Clamoroso, forse il cambio di proprietà ha davvero funzionato. E il Başakşehir restituisce il favore al Galatasaray, annullando anche il Fenerbahçe e chiudendo un match da antologia in 11 contro 7, seppur sul 2-2. Il risultato è sufficiente, il Gala è campione di Turchia.

Ponte sul Bosforo giallorosso

Il ponte sul Bosforo diventa giallorosso per festeggiare il titolo del Galatasaray…

Mentre Istanbul si colora di giallorosso, ponte sul Bosforo compreso, il Başakşehir è in Europa League.

E il destino allora è beffardo per davvero: ancora in punta di piedi, quando le attenzioni di 80 milioni di turchi sono tutte sul Galatasaray. Chissà cosa avrà pensato quella sera Abdullah Avci, ex CT della Turchia mandato via tra contestazioni e insulti dopo una mancata qualificazione mondiale: ora l’Europa è proprio lì, e si giocherà anche a Başakşehir esattamente tra un mese, a fine luglio. Dal terzo turno preliminare, dove le avversarie spaziano dal Borussia Dortmund alla nostra Sampdoria. Nel frattempo quante cose sono cambiate a Başakşehir, in poco più di un anno.

La coreografia dei tifosi del Başakşehir per la partita contro il Fenerbahçe, sfida decisiva per l’accesso alla prossima Europa League

Da zero tifosi, all’entusiasmo per l’Europa nella sfida al Fenerbahçe.

Dalla promozione come Istanbul BB al mercato estivo attuale: preso Sokol Cikalleshi, punta ’90 che rappresenta il futuro del calcio albanese, è quasi fatta per Musa Muhammed, bimbo prodigio del calcio nigeriano individuato grazie a un sistema di scouting, ancora un miraggio per molti club turchi. Ora il Başakşehir pensa anche a Emre Belozoglu, giocatore di grande esperienza disponibile a parametro zero. Sebbene la vicinanza con il partito di Erdogan (AKP) non sia ben vista da buona parte delle avversarie, il Başakşehir verrà seguito con curiosità nella sua avventura europea. Questa è l’ennesima storia che ci regala il mondo del pallone, questo è il Başakşehir: alla faccia degli stereotipi.