Era il 9 più forte del Mondo, poi l’infortunio ha cambiato tutto.
La Colombia continua comunque a essergli al fianco. Vita, morte (calcistica) e miracoli (attesi): tutta la storia di Radamel Falcao, dai primi calci fino all’Olimpo con la Selección, raccontata, a Bogotà, da Andrés Botero (oggi coordinatore di RedMasNoticias.com dopo una vita al Tiempo), un giornalista colombiano che ha seguito tutta la sua carriera.
Una storia calcistica fatta di alti e bassi, crescite esponenziali e crolli verticali, legati a una serie di infortuni che hanno rischiato di minare la carriera del Tigre. Lui, però, è tornato più forte di prima. Dopo le difficoltà incontrate in Premier League, è ripartito dal Principato di Monaco, dove aveva già giocato una stagione, prima di partire per i due prestiti onerosi a Manchester e Londra.
Leonardo Jardim lo ha inserito, con la fascia di capitano al braccio, in un contesto perfetto.
I numeri parlano chiaro: 28 partite ufficiali in stagione e 23 reti.
Ma c’è molto di più, ci sono le emozioni che esulano dalle statistiche. La classe e la capacità di tornare a dominare le aree di rigore avversarie sono un sogno che torna realtà, per Falcao e per ogni amante del fútbol.
La folle partita di andata degli ottavi di finale tra Manchester City e Monaco è stata il perfetto manifesto del suo ritorno, da protagonista assoluto, nel grande calcio. Prima una rete di testa, da rapace, poi un sontuoso pallonetto a Caballero dopo aver saltato secco Stones: un gesto tecnico magnifico, che fa subito dimenticare il rigore sbagliato pochi minuti prima.
Ma lasciamoci guidare da Andrés Botero, che al microfono di MondoFutbol racconta alcuni aneddoti sconosciuti sulla storia di Radamel Falcao, come quella volta che Florentino Perez era obbligato a comprare un giocatore colombiano e…
Foto copertina e articolo ©LaPresse