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Aut. Trib. di Milano n.197 del 25/06/2015
MESSI E LA SUA BATTAGLIA MOLTO ARGENTINA
Mercado de Pulga, titola il quotidiano sportivo Olé.
Inizia così una analisi sulla partita di Leo Messi nella Selección Argentina, brillante contro la Bolivia, nella vittoria albiceleste.
L’ennesima analisi sul rapporto tra Messi e la Nazionale.
Un rapporto che se si guarda i numeri sembra tutt’altro che controverso (50 gol in poco più di 100 partite, e uno svariato numero di assist) come invece avviene tra le righe di diverse discussioni che iniziano dall’Avenida 9 de Julio, il centro del Paese, e arrivano fino a Ushuaia, in Terra del Fuoco (con l’eccezione di Rosario, almeno della parte Leprosa della città).
A Messi, il miglior giocatore del Mondo, probabilmente uno dei più grandi di sempre, si chiede non già tanto ma tutto, si chiede di vincere e stravincere ogni partita.
Col Barcellona ha vinto tutto, con l’Argentina ha “solo” giocato una finale mondiale, persa peraltro ai supplementari.
E poi via col paragone con Diego.
Ma è possibile, questo il tema di oggi, di sempre, in Argentina appulcrare verbo su Leo?
Contro la Bolivia, il Tata Martino (criticatissimo CT della Seleccion, e anche qui, facciamo fatica a cogliere sempre il motivo di tanta acredine) lo ha liberato cercando di farlo ricevere sul centro destra (fondamentale il movimento a tempo del laterale destro, Mercado: vedi l’azione del gol), per poi liberargli la zona davanti all’area di rigore, dove Leo è letale. Interessante sviluppo, grazie anche al bel lavoro senza palla del Pipita Higuaín, il giocatore più applaudito a Córdoba, dopo Messi. Gran hincha del Boca, Juan, che accompagna con svariate ciarle il mio caffè mattutino, è lui pure velatamente critico con Messi.
“Deve dare di più”, un refrain che hanno imparato in tanti, troppi a memoria, dimenticando di vedere le partite con attenzione e senza pregiudizi.
Siamo a San Telmo, il punto della città dove c’è il più noto mercato delle pulci porteño. Ma anche qui si trova da ridire sulla Pulga.
¿Pero por qué?
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